22 marzo 2020. Una scossa di terremoto di magnitudo 5.3 ha colpito la città di Zagabria e buona parte della Croazia. La scossa, avvenuta alle 6:23 del mattino, è avvenuta nell’abitato di Kašina, un sobborgo della capitale, a soli 10 km di profondità. L’intensità pari al VII grado (“molto forte“).
Al momento non c’è nessuna vittima accertata, ma numerosi feriti (un ragazzo di 15 anni sembrerebbe in gravissime condizioni) ed enormi danni materiali. Numerosi gli edifici lesionati, soprattutto nel centro storico. Tra questi c’è, purtroppo, la Cattedrale, risalente al 1093 e uno dei simboli della città.
Il terremoto è stato avvertito distintamente anche in Slovenia e nel nordest dell’Italia, in particolare a Trieste.
“Due crisi parallele”
L’impatto del terremoto a Zagabria rischia di essere devastante sul morale della popolazione. La Croazia si trova in condizioni di parziale lockdown, come molti altri paesi europei, per via della pandemia di Coronavirus. Anche se non si è ancora arrivati, come in Italia, all’obbligo di rimanere in casa, in città tutti i locali sono chiusi, il trasporto pubblico è sospeso e gli assembramenti sono vietati. Mentre in città si susseguono le scosse (una seconda, di magnitudo 4.9, è avvenuta alle 7), migliaia di persone si sono riversate in strada.

E’ lo stesso governo a invitare gli abitanti del centro storico a uscire di casa, in attesa che sia chiarito quali edifici sono sicuri. Ma è verosimile che in molti non vorranno o potranno tornare, e che ogni situazione di emergenza rischia di favorire il contagio.
“Abbiamo due crisi parallele che si contraddicono una con l’altra”, ha dichiarato il primo ministro Andrej Plenković. Che ha invitato, per quanto possibile, anche chi è all’aperto a rispettare la distanza di sicurezza. Intanto il paese mobilità tutte le sue forze, compreso l’esercito, per ripulire le strade dalle macerie e permettere ai soccorsi di muoversi e di identificare il prima possibile gli edifici a rischio crollo.
Panico diffuso, case ridotte semidistrutte, un parziale coprifuoco e incertezza per il futuro risvegliano in molti abitanti i ricordi della guerra del 1991-1995, e non è certo un ricordo piacevole.
Un territorio sismico
La penisola Balcanica è una delle aree più sismiche d’Europa (solo ieri, in Grecia, si è registrato un terremoto di magnitudo 5.9). Anche se in Croazia la fascia più a rischio è quella del litorale dalmata fino al confine con il Montenegro, anche Zagabria è stata colpita più volte da terremoti devastanti, in particolare nel 1590 e più volte nell’Ottocento.
Nel Diciannovesimo secolo ci furono sismi importanti nel 1830, 1838 e soprattutto nel 1880. In quell’anno crollarono oltre 500 case, con uno sciame sismico che si protrasse fino all’anno successivo con importanti danni (di nuovo) alla Cattedrale, che fu in seguito parzialmente ricostruita. Un altro forte sisma avvenne nel 1906. Testimone di questi terremoti fu, tra l’altro, il sismologo Andrija Mohorovičić, che nel 1909 avrebbe scoperto la discontinuità (spesso chiamata Moho) che separa il Mantello dalla Crosta terrestre.